Le 10 regole fondamentali per creare un sito web performante e ottimizzato

Le 10 regole fondamentali per creare un sito web performante e ottimizzato 

Da quando, quasi 25 anni fa, Google ha fatto la sua comparsa nello scenario digitale, sono cambiate moltissime cose. Nel tempo, internet è diventata una risorsa, entrando nelle nostre vite, cambiando le nostre abitudini di interazione, di acquisto e di lavoro e spostandosi sempre di più dal PC ai dispositivi mobili, cambiando il baricentro della sua fruizione.  

In tutto questo, però, dall’altro lato del fenomeno, quello che riguarda chi intende costruirsi una propria presenza sul web, una regola è rimasta intatta: l’importanza di applicarsi con disciplina e di concentrarsi sulle basi, su tutte quelle fondamenta che, ancora oggi come allora, consentono di avere la certezza di aver creato un sito efficace. Anzi, un sito di reale successo. Da allora, i pilastri sono cambiati in modo sostanziale, dunque, ciò che è necessario fare nel momento in cui deciderai di dare il via ad un progetto finalizzato a costruire un prodotto web in un contesto altamente competitivo come quello attuale, è innanzitutto porsi una domanda, abbastanza ovvia: quali sono i fattori essenziali sui quali vale la pena concentrarsi 

Per provare a dare una risposta, di seguito dieci capisaldi imprescindibili nella creazione di un sito web destinato a lasciare il segno.  

1. Call To Action: dove tutto avrà inizio

Più che una definizione o un concetto che la rappresentino visivamente (un termine, una frase, un’immagine o anche un video), la Call To Action, letteralmente “Chiamata All’Azione (dell’utente)”, va considerata come una sorta di dogma. Fondamentale, nell’economia del tuo sito web.  

Pur nella sua semplicità (che è anche uno dei principi da rispettare nel realizzarla), la Call to Action ha alle sue spalle una strategia ben precisa, finalizzata a un obiettivo misurabile e commisurato al tipo di azione richiesta: la conversione. Non importa se, con quest’ultimo termine si intende un processo di advertising, di marketing o di comunicazione teso ad acquisire dei dati dell’utente, a invitarlo a scaricare materiali o a vendergli servizi e prodotti; in tutti i casi, la giusta CTA è fondamentale per convertire e per acquisire lead (contatti) e, pertanto, è importante che sia progettata e strutturata adeguatamente, in modo tale da riuscire a completare la specifica azione richiesta. 

Per tutte queste ragioni sarà cruciale dedicare un tempo adeguato a definirla tenendo conto di alcuni fattori, dalla posizione nella pagina alla grafica e al testo che la caratterizzeranno. Ciascuno di essi dovrà rispondere ai criteri di interesse e di curiosità, e risultare, quindi, ben leggibile in un’armonia tra forme colori e dimensioni, e dovrà veicolare un messaggio breve e immediatamente comprensibile, con un testo creativo, originale e capace di catturare l’attenzione del lettore.  

In definitiva, potrai ritenerti soddisfatto quando potrai constatare che la tua Call To Action avrà la dignità necessaria a intercettare la customer journey, il viaggio del consumatore, cioè quel percorso a tappe (i cosiddetti touchpoint) che, punto dopo punto, lo accompagneranno nella sua interazione con le tue attività fino al momento finale del processo, l’azione suo tuo sito, appunto. 

2. Mobile first

Google ha iniziato ufficialmente a introdurre l’indice mobile-first (mobile, innanzitutto) nel marzo 2018 anche se, i più lungimiranti, hanno cominciato ad adottare questo approccio ben prima del suo lancio ufficiale. Non è, infatti, un caso che il 2016, nell’era digitale, verrà ricordato come l’anno in cui, per la prima volta, l’utilizzo di Internet con smartphone e tablet abbia superato quello dal desktop, dando vita a una tendenza in costante aumento; infatti, oltre la metà del traffico dei siti web in tutto il mondo viene effettuato tramite dispositivi mobili.

Il principio più importante in assoluto, in questo contesto, è quello che viene definito con il termine responsive, reattivo, cioè in grado di funzionare sia su piattaforme desktop che mobili ottimizzando e mostrando contenuti e informazioni allo stesso modo, indipendentemente dal dispositivo che si utilizza. Per dirla in altri termini, in un sito responsive, il modo in cui una pagina viene vista sul display cambia in base alle dimensioni e alle caratteristiche di quest’ultimo.  

Tuttavia, per poter definire il tuo sito, un sito ben fruibile anche dai dispositivi mobili, dovrai mettere in atto una serie di semplici regole. Per esempio, dovrai tener conto del fatto di dover ridimensionare sempre le immagini quando utilizzerai un design responsive (reattivo), soprattutto per gli utenti mobili. Dovrai inoltre, utilizzare meta-titoli brevi, molto più facili da leggere sui dispositivi mobili ed evitare i pop-up che finirebbero per coprire i contenuti. E infine, tenere d’occhio la lunghezza dei testi, perché in un mondo mobile-first, i contenuti lunghi non equivalgono necessariamente a più traffico e a migliori classifiche. 

Va, tuttavia, chiarito, che parlare di un sito responsive e della versione di un sito costruita ad hoc per un dispositivo mobile non è la stessa cosa. Nel primo caso, infatti, la risorsa web viene raggiunta con lo stesso identico dominio, indipendentemente dal tipo di dispositivo che si utilizza per accedervi. La versione mobile, invece, presenta una propria URL distinta.

Saranno diverse anche le procedure di manutenzione e aggiornamento – doppie nel caso di un sito desktop/mobile – mentre in quanto a usabilità, tra una struttura responsive e una mobile non si notano grandi differenze. Lo stesso non può dirsi per la velocità di caricamento delle pagine che, nel caso di un sito mobile, può rivelarsi superiore. Anche se, con le opportune operazioni di ottimizzazione, un sito responsive può raggiungere performance di tutto rispetto. 

3. Content is (always) the king

Come abbiamo visto al punto 1, una delle principali sfide che ti troverai ad affrontare sarà riuscire a creare nella tua buyer persona – cioè il potenziale ricevente dei contenuti del tuo sito indipendentemente dal fatto che la sua finalità sia vendere, informare o intrattenere – un interesse che lo spinga alla conversione 

Per portare a termine questa missione avrai a disposizione un bagaglio di strumenti nel quale spicca soprattutto un elemento: la parola.

Si tratta dell’elemento centrale di ciò che viene definito SEO copywriting, cioè quell’insieme di tecniche che permettono di produrre contenuti che possano risultare appetibili e – invogliare – sia il lettore in carne e ossa che l’algoritmo dei motori di ricerca. Affinché ciò avvenga, occorre seguire in modo attento diversi precetti che delineano come un buon contenuto sia tale se contiene ingredienti quali la completezza, l’originalità, l’approfondimento, la cura grammaticale e ortografica, il continuo aggiornamento. Valido per ogni formato, dal testo al video. 

4. La scelta della piattaforma

Un’altra buona pratica per costruire un sito web performante e ottimizzato è quella che riguarda la scelta del sistema di gestione dei contenuti, che dovrà essere frutto di un investimento mirato alla tipologia di sito che si intende creare e accompagnata da una solida strategia di supporto. 
 
Solitamente, qui, ci si trova davanti a un bivio: propendere per una piattaforma proprietaria da costruire in casa propria o affidandosi a risorse esterne oppure privilegiare la scelta di un CMS (Content Management System).  Nel primo caso, il principale “pro” è dato dalla possibilità di creare un sistema tagliato su misura per le proprie esigenze, e per “contro” c’è soprattutto il fatto che richiede competenze (interne o esterne) altamente specializzate e un dispendio di tempo (e, verosimilmente, anche di denaro) elevato. Lo stesso può dirsi in termini di complessità di realizzazione e di utilizzo.  
Nella seconda opzione, si paga invece una minore possibilità di personalizzazione, con il vantaggio, però, di dover sostenere costi inferiori, e di poter gestire il tutto in maniera più semplice.
 

5. L’attenzione alle ricerche

Con l’evoluzione dei sistemi di apprendimento automatico, e con i progressi dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, anche gli algoritmi di Google andranno incontro a molti – e continui – cambiamenti. 

Fatto salvo che l’obiettivo finale di quest’ultimo è principalmente quello di comprendere il contesto di una determinata domanda di ricerca e fornire risultati coerenti con l’intento dell’utente, l’individuazione delle keyword che definiscono il tuo sito sarà più che mai importante.  

La prima attività da svolgere, in questo caso, è individuare le parole-chiave più rilevanti per la tua risorsa web partendo dall’analisi dei siti che, per ciascuna di esse, si trovano in cima alle SERP (Search Engine Results Pages) cioè le pagine dei risultati del motore di ricerca. 

Ricorda sempre che la rilevanza contestuale di una parola-chiave deve essere sempre quanto più in linea possibile con una query di ricerca e che ci saranno alcune parole chiave e alcune query per le quali sarà impossibile classificarsi.  

6. L’accuratezza della SEO tecnica

La base della SEO tecnica è costituita, principalmente, da una solida architettura del tuo sito web, la cosiddetta sitemap. Per questa ragione non è pensabile pubblicare, semplicemente, un insieme casuale di pagine e post e, al contrario, un’architettura del sito SEO-friendly guiderà gli utenti e, allo stesso tempo, renderà facile per Google la scansione e l’indicizzazione delle tue pagine. 

Una volta realizzata la corretta architettura, è il momento di eseguire un audit tecnico finalizzato alla verifica della SEO facendo ricorso agli strumenti appositi che vengono forniti, in parte, dalla stessa Google e che dovrai integrare con risorse più professionali, disponibili in rete sia a pagamento che in forma gratuita. 

Ecco un elenco delle cose più importanti da sottoporre a verifica e, se necessario, correggere: 

  • Presenza di errori di codice; 
  • Presenza di errori nel file robot.txt; 
  • Presenza di errori nei contenuti; 
  • Presenza di link non funzionanti. Sono un nemico dell’esperienza dell’utente e, potenzialmente, delle classifiche; 
  • Indicizzazione del sito tramite Google Search Console; 
  • Duplicazione di tag title meta descrizioni. 

7. L’importanza della User Experience

La user experience (UX) è incentrata sulla conoscenza degli utenti, delle loro esigenze, dei loro valori, delle loro capacità e dei loro limiti e prende in considerazione anche gli obiettivi e le finalità aziendali. Secondo la scuola di pensiero oggi più accreditata, una buona esperienza utente dev’essere impostata seguendo i seguenti criteri: 

  • Utilità: i contenuti devono essere unici e soddisfare un bisogno; 
  • Fruibilità: il sito web deve essere facile da usare e da navigare; 
  • Desiderabilità: il brand e gli elementi di design devono suscitare emozioni e apprezzamenti; 
  • Riconoscibilità: design ed elementi di navigazione devono concorrere nel consentire agli utenti di trovare facilmente ciò di cui hanno bisogno; 
  • Accessibilità: i contenuti devono essere accessibili a tutti, e includere anche la popolazione con disabilità; 
  • Credibilità: il tuo sito deve essere autorevole e affidabile. 

8. Web Vitals e Canonical

Si tratta, qui, di strumenti ad hoc, di altissimo livello, molti dei quali sono messi a disposizione gratuitamente, dalla stessa Google. Grazie a essi potrai sottoporre il tuo sito a dettagliate analisi, nelle quali i suoi vari parametri – “vitali”, appunto – possono essere misurati per ricavare la valutazione generale della qualità della user experience. 

Questi tool rientrano in una strategia più ampia denominata Core Web Vitals, la quale si snoda, per esempio, attraverso la misura le prestazioni sui dispositivi mobili e desktop e fornisce raccomandazioni per il miglioramento (PageSpeed Insights). Oppure, includono Lighthouse, lo strumento open-source e automatizzato da Google per aiutare gli sviluppatori a migliorare la qualità delle pagine web.
Senza contare che, nella Google Search Console è ora incluso un report Core Web Vitals, che mostra le prestazioni degli URL raggruppati per stato, tipo di metrica e gruppo di URL. 

Nella medesima direzione va anche Canonical, il gruppo di elementi HTML da inserire in una pagina web per indicarne la proprietà, offrendo al motore di ricerca indicazioni che gli permetteranno di individuare più facilmente la tua pagina ufficiale tra le tante altre possibili alternative. 

9. Occhio ai link

Ancora oggi il link, cioè l’oggetto che ha permesso, fin dall’inizio di dare vita al web, continua a essere uno dei fattori di indicizzazione e posizionamento più importanti. Va detto che, nel corso degli anni, Google è diventato sempre più abile nell’individuare e svalutare i siti che contengono link di spam, rotti o poco pertinenti ed è verosimile pensare che continuerà a operare in questo modo, facendo prevalere la qualità sulla quantità. 

Per questa ragione, nel tuo percorso di creazione di un sito performante e di successo, non potrai esimerti dal costruire un buon impianto di collegamenti ipertestuali con una corretta strategia di link building allo scopo di aumentare il numero di link in ingresso a un sito web: quanto più autorevole sarà la provenienza di tali collegamenti, tanto più il tuo sito godrà di un vantaggio competitivo in termini di presenza nelle SERP. 

Anche in questo caso ci sono delle regole da seguire, che includono, per esempio, la sostituzione dei link che risultano “rotti”, o il monitorare e il recuperare i backlink, cioè tutti quei collegamenti che, dall’esterno, puntano al tuo sito. 

10. Si gestisce ciò che si misura: i test e le metriche 

Se è vero – e lo è – che mantenere il tuo sito in costante aggiornamento viene considerato un plus che Google premia, è altrettanto vero che quando procederai con l’effettuare modifiche all’impianto generale e ai contenuti dovrai procedere con cautela e attenzione.

Intanto è necessario che tu abbia sempre ben chiaro che cosa ti aspetti che accada dopo aver messo in atto una modifica. Dopodiché, quando deciderai di procedere con l’avvio di un test è bene che tu prenda l’abitudine di tracciare accuratamente ogni passaggio in modo tale che possa essere eventualmente ripetuto in ogni momento e, ricordati di sottoporre ogni modifica pubblicata agli strumenti di verifica di Google, la Search Console in primis. È molto importante anche che la durata di ciascun test sia sufficientemente ampia, in modo tale da avere conferme sulla correttezza dell’ipotesi che ha portato a svolgerli. 

Il tutto, sullo sfondo di una dimestichezza con gli strumenti analitici. Che, a livello base, possono essere già sufficienti e gestibili anche da chi non ha competenze informatiche avanzate.

I parametri da tenere sott’occhio sono quelli che riguardano il numero di utenti, nuovi e acquisiti, le visualizzazioni e le sessioni. A proposito di queste ultime, dovrai anche verificare le pagine che ciascuna di esse totalizza, la loro durata, il loro numero per utente e la frequenza di rimbalzo. 

Ti senti confuso da tutte queste informazioni? Non preoccuparti, noi possiamo aiutarti, richiedi la sessione strategica gratuita e noi chiariremo i tuoi dubbi.