Ottimizzazione motori di ricerca: le migliori tecniche SEO per scalare posizioni su Google

Ottimizzazione motori di ricerca: le migliori tecniche SEO per scalare posizioni su Google

Hai seguito tutti i principi base della SEO (Search Engine Optimization) per comparire nelle prime posizioni di Google, ma non sei ancora pienamente soddisfatto dei risultati?

Non è il caso di allarmarsi, perché hai a disposizione ancora un po’ di tentativi. Basterà spingersi oltre i “trucchi” fondamentali che hai messo in atto finora e apprendere le strategie SEO più avanzate.

Il set di regole che andremo ad analizzare prende in esame i due fronti principali della SEO, quello tecnico e quello interno (on-page).

TRE TRUCCHI PER MIGLIORARE LA SEO TECNICA:

1. Fai attenzione agli errori

Individua, mediante uno strumento ad hoc – per esempio, la Google Search Console – tutte le URL (Uniform Resource Locator, banalmente gli indirizzi web) corrispondenti alle pagine del tuo sito che generano uno dei più classici errori delle risorse in Rete, il 404.

Sebbene questo tipo di problema non influisca per via diretta sul rendimento del sito nelle attività di ricerca dell’utente, la sua risoluzione lo renderà più fruibile e non darà agli spider dei search engine motivo di insospettirsi sulla qualità generale del sito.

2. Gestisci i redirect con criterio

Tutte le volte che ti troverai nelle condizioni di dover cambiare la URL di un contenuto, accertati di svolgere l’operazione effettuando un redirect 301 verso il nuovo indirizzo. In questo modo, non solo gli elementi ma anche le prerogative della vecchia pagina, compresa la sua popolarità negli indici dei motori di ricerca, saranno preservate.

3. Rendi il tuo sito ancora più sicuro

Al momento della sua nascita, la Rete aveva un protocollo che conteneva le regole e le istruzioni che permettono ai computer a essa collegati di interagire tra loro: il leggendario HTTP. Ma, con la sua evoluzione, questa risorsa finì per mostrare i suoi limiti, soprattutto in termini di sicurezza.

Il 2017 segnò un momento di svolta, quando Google annunciò che la migrazione da HTTP al suo erede più sicuro, HTTPS, avrebbe migliorato anche il posizionamento dei siti che avessero deciso di adottare il nuovo protocollo.

Quindi, se ancora non hai provveduto ad adottarlo, procedi a farlo quanto prima e assisterai in tempi brevi a un netto miglioramento della posizione dei tuoi contenuti.

TRE TRUCCHI PER MIGLIORARE LA SEO INTERNA:

1. Bada al nuovo senza trascurare l’esistente

Se hai elaborato un buon piano editoriale che prevede una certa frequenza di aggiornamento e che si compone di contenuti di qualità e coerenti con la natura della tua attività, hai certamente posto una buona base per la tua SEO on-page.

Tuttavia, ciò di cui, forse, non hai tenuto conto in maniera adeguata è che ogni nuovo contenuto necessita di una certa quantità di tempo per essere indicizzato dagli spider dei motori di ricerca e, quindi, per poter cominciare a generare traffico.

Ecco perché può avere senso pianificare dei momenti da impiegare per migliorare e aggiornare i contenuti esistenti, soprattutto quelli che rientrano nella categoria degli evergreen o che sono più facilmente soggetti a obsolescenza e quindi meno rilevanti per le query di ricerca.

Per svolgere in modo puntuale questo genere di verifiche, occorre saper padroneggiare l’utilizzo dei tool gratuiti che lo stesso Google mette a disposizione, per esempio Analytics Search Console, Console Insights e Data Studio.

Se al termine della fase di attualizzazione del contenuto avrai constatato che i risultati non cambiano, sarà il caso di effettuare un audit, cioè quel processo con il quale si esegue una revisione puntuale e sistematica di tutti i contenuti del sito, per individuare quelli che non soddisfano i requisiti minimi di qualità oppure risultano duplicati, e procedere alla loro eliminazione. Il perdurare della loro esistenza, infatti, rischia di nuocere gravemente anche a quelli “sani” e, per estensione, a tutto il sito.

2. Pillar e i suoi “satelliti”

Sempre in tema di contenuto, tra le pratiche da annoverare in una strategia SEO evoluta ce n’è una molto interessante che potrai mettere in pratica in tempi relativamente rapidi e con un grado di difficoltà tutto sommato accettabile. Riguarda l’organizzazione di contenuti nuovi o preesistenti nei cosiddetti “cluster di argomenti”. Come fare?

Si tratta, qui, di mettere in piedi una pagina pillar (pilastro), cioè un contenuto che funga da collettore, alla quale verranno poi collegati altri contenuti che trattano dello stesso argomento.

Questa modalità di organizzazione ha il vantaggio di far percepire all’algoritmo che il tuo sito è in grado di sviluppare un tema in maniera approfondita e articolata attraverso una serie di contenuti interconnessi che aggrediscono il tema in oggetto con tante prospettive e sfumature diverse. Lo porteranno così ad assegnarti un “premio di rilevanza” che si tradurrà in un’ascesa tra i risultati delle ricerche.

3. Keyword “cannibali”

La cosiddetta keyword cannibalization, letteralmente “cannibalizzazione delle parole chiave”, è un fenomeno – assolutamente da evitare – che si verifica quando due o più contenuti di un sito web sono ottimizzati sulla stessa parola chiave, corrispondente a un medesimo intento di ricerca.

Quando si verificano casi del genere, Google può mettere in standby nel processo di indicizzazione i contenuti in questione, a tutto vantaggio dei loro omologhi dei siti concorrenti.

Le strade per risolvere questo genere di conflitto sono principalmente due:

  • cancellare i contenuti che, mediante gli appositi tool, vengono individuati come i colpevoli della cannibalizzazione
  • accorpare i contenuti cannibali in un unico testo. In questo modo, le singole potenzialità verranno portate a fattore comune e l’algoritmo non si troverà più di fronte a situazioni.

E tu hai applicato tutte queste strategie SEO? Se vuoi sapere se e come stanno funzionando…