In un mercato digitale sempre più affollato, il remarketing è una strategia preziosa per le PMI che vogliono aumentare le conversioni e ottimizzare il budget. A differenza di campagne pubblicitarie rivolte a utenti “freddi”, il remarketing punta a recuperare l’interesse di chi ha già interagito con il brand ma non ha ancora completato un’azione chiave, come un acquisto o una richiesta di contatto.
In un’epoca in cui l’attenzione degli utenti è limitata e la concorrenza è feroce, riattivare chi ti conosce già è spesso più semplice, rapido e conveniente che acquisire un nuovo cliente da zero. Ecco perché il remarketing non dovrebbe mai mancare nel piano marketing di una piccola e media impresa.

Cos’è il remarketing?
Il remarketing è un insieme di tecniche pensate per ricoinvolgere gli utenti che hanno visitato un sito web o interagito con i contenuti social media, senza però finalizzare una conversione. Una delle forme più comuni è l’invio di email automatizzate e personalizzate, ad esempio per ricordare un carrello abbandonato o proporre un’offerta dedicata.
Questa strategia si basa sul principio che un utente che ha già mostrato interesse è molto più propenso a convertire, se stimolato nel modo giusto.
Perché il remarketing è strategico per le PMI?
Per una piccola e media impresa, ogni opportunità di contatto con un potenziale cliente è preziosa. Il remarketing permette di:
- Recuperare opportunità perse: un visitatore che non ha completato un acquisto può essere riattivato con un’email mirata o una promozione esclusiva.
- Massimizzare il ROI: investire per riconquistare utenti già interessati è spesso più efficace (e meno costoso) rispetto all’acquisizione di nuovi clienti.
- Rafforzare la relazione con il cliente: attraverso messaggi pertinenti e personalizzati si costruisce un rapporto più forte e duraturo.
Integrare il remarketing nella strategia digitale di una PMI o un libero professionista non è più un’opzione, ma una necessità. Le piccole e medie imprese, grazie a strumenti accessibili e piattaforme intuitive, possono oggi sfruttare automazioni, email marketing e segmentazioni comportamentali con grande efficacia.
Strategie di remarketing efficaci per le PMI
Ecco alcune tecniche vincenti:
Email per carrelli abbandonati
Inviare automaticamente un’email agli utenti che hanno aggiunto prodotti al carrello ma non hanno finalizzato l’acquisto. Offrire uno sconto o la spedizione gratuita può incentivare il ritorno.
Follow-up post visita
Se un utente ha visitato pagine specifiche (es. una scheda prodotto o un servizio), puoi inviargli un’email di approfondimento o una testimonianza di un cliente.
Contenuti personalizzati
Sfruttare i dati di navigazione per proporre prodotti correlati o consigli basati sugli interessi dimostrati dall’utente.
Automazioni basate sul comportamento
Creare flussi automatici che si attivano in base a determinate azioni (visite frequenti, tempi di permanenza, clic su link), per mantenere vivo l’interesse.
Esempio di campagna di remarketing per un negozio online di cosmetici naturali:
Obiettivo: Recuperare carrelli abbandonati e aumentare le conversioni sul sito e-commerce.
Target: utenti che hanno:
- Visitato il sito negli ultimi 7 giorni
- Aggiunto uno o più prodotti al carrello
- Non completato l’acquisto entro 24 ore
Struttura della Campagna:
– Segmentazione del pubblico: creare una audience personalizzata.
– Automazione email
Email 1 – dopo 1 ora dall’abbandono:
- Oggetto: “Hai dimenticato qualcosa?”
- Contenuto: immagini dei prodotti lasciati nel carrello + link diretto
Email 2 – dopo 24 ore:
- Oggetto: “Un piccolo regalo per te”
- Contenuto: codice sconto -10% valido per 48 ore
Il remarketing è quindi uno strumento potente per le PMI che vogliono valorizzare al massimo ogni contatto. Recuperare utenti già interessati non solo migliora le conversioni, ma rafforza anche la brand loyalty. L’importante è farlo con messaggi pertinenti, tempismo corretto e una buona dose di personalizzazione.